le Forme musicali legate alla musica sacra
La storia della musica sacra vede una notevole varietà di forme:
Salterio:
Il salterio è uno strumento musicale a corde, la cui origine risale almeno al 700 a.C. Ci sono molte varianti di questo strumento, stante la sua datazione e diffusione in tutto il mondo. Generalmente viene suonato o con le dita o con il plettro di legno duro.
Si tratta di uno strumento sufficientemente piccolo da essere portatile, quindi molto utilizzato anche per accompagnare il canto.
Canto gregoriano e canto ambrosiano:
Il canto gregoriano è un canto monodico (monodia: canto a una sola voce con o senza accompagnamento, con particolare riferimento al monologo lirico dell'antico dramma greco) e liturgico della tradizione occidentale.
Fu elaborato a partire dall'VIII secolo dall'incontro del canto romano antico col canto gallicano nel contesto della rinascita carolingia. È cantato ancor oggi, ed è riconosciuto dalla Chiesa cattolica come "canto proprio della liturgia romana"[1].
Mottetto:
Il mottetto è una composizione musicale, vocale, con o senza strumenti, di ispirazione sacra. Nasce nel XIII secolo, nell'ambito della Scuola di Notre Dame, come forma polifonica vocale (o vocale - strumentale) da eseguire in ambito liturgico. Il termine, quale diminutivo di 'motto', che a sua volta deriva dal francese mot (parola): anche in quella lingua il motet designa un breve componimento.
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Cantata:
La cantata è una forma musicale vocale di origine italiana tipica della musica barocca, formata da una sequenza, di brani come arie, recitativi, duetti, cori e brani strumentali. Ha una certa affinità con l'opera barocca, ma l'esecuzione avviene senza apparato scenico e lo spettacolo è di dimensioni minori.
Le cantate possono essere profane e avere soggetto mitologico o morale, oppure sacre, ispirate perlopiù a vicende tratte dalle Sacre Scritture, in latino o in lingue moderne.
Oratorio:
L'oratorio è un genere musicale eseguito in forma di concerto, senza rappresentazione scenica o personaggi in costume. Generalmente composto per solisti, coro e orchestra, a volte con un narratore, è solitamente di soggetto religioso (Bibbia), ma può anche trattare argomenti profani (mitologia o storia).
Formalmente abbastanza vicino alla cantata e all'opera, l'oratorio comprende generalmente un'ouverture, dei recitativi accompagnati con l'orchestra, dei recitativi secchi con il clavicembalo, delle arie e dei cori. Anche se elementi dialogici erano presenti pure nella lauda polifonica del tardo Cinquecento, l'oratorio ha origine dal madrigale dialogico del primo Seicento.
Anthem:
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Anthem è una parola inglese che designa un tipo di composizione di musica vocale, in uso nella lingua inglese e deriva dalla parola antiphon. Molti anthem sono tuttora inclusi durante l'Incoronazione del Re d'Inghilterra. I testi degli anthem sono generalmente tratti dalla Bibbia, da collette o da altre parti della liturgia.
Anche se si può assimilare al mottetto europeo, essendo entrambi composti di parti corali, tuttavia gli anthem sono una forma musicale essenzialmente inglese che ha avuto uno sviluppo proprio. Ha una struttura simile al canto alternato.
I primi esempi di tale forma musicale furono durante il periodo elisabettiano redatti da William Byrd, Thomas Tallis e altri che non vennero menzionati nel Book of Common Prayer fino al 1662, anno in cui venne aggiunta una sezione per far tributo a questi musicisti.
Esistono due tipi di anthem: il full anthem, che era diviso in quattro parti esclusivamente corali con la caratteristica imitativa del contrappunto, e il verse anthem, con alternanza di parti per solista e coro.
Fra i più importanti musicisti che hanno composto questo genere di musica sono da ricordare Orlando Gibbons, John Blow, Thomas Weelkes, Henry Purcell, Georg Friedrich Händel e, in tempi più recenti, Igor Stravinskij.
Sonata da chiesa:
La sonata da chiesa è una composizione strumentale, generalmente per strumenti ad arco con accompagnamento del basso continuo (solitamente l'organo), che ha avuto origine nel periodo barocco, generalmente composta da quattro movimenti.
Spesso sono impiegate più di una melodia e i movimenti sono ordinati in lento-veloce-lento-veloce riguardo al tempo.
Il secondo movimento è usualmente un allegro fugato, e il terzo e quarto sono impostati in forma bipartita, i quali talvolta assomigliano alla sarabanda e alla giga. Spesso erroneamente si crede che queste sonate siano state composte per cerimonie religiose, invece erano usualmente eseguite in concerti per intrattenimento.
Uno dei più grandi esponenti delle sonate da chiesa fu Arcangelo Corelli (1653-1713). Tra le sue migliori composizioni spiccano le dodici sonate da chiesa, op. 1; i primi 8 dei suoi dodici concerti grossi, op. 6 sono anch'essi sonate da chiesa.
Un altro compositore che affrontò questo genere compositivo fu Giovanni Battista Bassani (1650-1716) il quale nel 1710 circa compose dodici sonate da chiesa.
Sono in forma di sonata da chiesa le tre sonate solistiche per violino di Johann Sebastian Bach (1685-1750), come anche le sue sei sonate per violino e clavicembalo obbligato e la sonata in mi minore BWV 1034 per flauto traverso e basso continuo.
Dopo il 1700 questo tipo di sonata tese a fondersi con la sonata da camera. Questa sonata da chiesa iniziò a passar di moda all'epoca di Joseph Haydn (1732-1809), tuttavia egli stesso compose alcuni pezzi in questo stile, come fece anche Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791) qualche anno più tardi.
Corale:
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Il corale è una forma musicale, tipica degli inni religiosi e particolarmente diffusa nella Chiesa luterana, allorché fu deciso di tradurre i canti liturgici dal latino al tedesco poiché la maggioranza della popolazione non conosceva la lingua latina.
I corali hanno una melodia piuttosto semplice e sono abbastanza facili da cantare, in quanto le parti sono per lo più condotte in forma omoritmica.
Generalmente hanno le strofe in rima e la melodia si ripete strofa per strofa. La musica di alcuni corali veniva presa addirittura da melodie profane mentre, altre, furono scritte dallo stesso Martin Lutero. Molte delle melodie per i corali sono derivate dal canto gregoriano, a volte con piccole modifiche, o adattate alle nuove parole.
Un esempio in proposito è il famoso corale utilizzato da Johann Sebastian Bach nella sua Cantata BWV 4, Christ lag in Todesbanden, che usa la stessa musica, con parole diverse, della sequenza pasquale in uso presso la Chiesa Cattolica Victimae Paschali Laudes.
Sebbene i corali fossero in origine destinati al canto a cappella nelle chiese, diversi compositori arrangiarono e armonizzarono le melodie per più voci e con accompagnamento strumentale. Johann Sebastian Bach armonizzò molte melodie di corali per coro a quattro voci, composto da soprano, contralto, tenore e basso.
Tali inni venivano anche utilizzati nelle cantate, passioni ed altre opere, assieme ad arie, recitativi, cori e altre forme musicali. I corali bachiani sono 389 e per nessuno di questi il compositore tedesco ha utilizzato una melodia originale.
Bach utilizzò di frequente le melodie dei corali all'interno di opere più vaste, intrecciandoli tra loro e spesso utilizzandoli nel tessuto contrappuntistico accanto ad altri temi.
Un altro uso della musica dei corali nella musica classica è quello di preludio corale, un brano generalmente per organo realizzato per essere suonato prima di un corale, come un'introduzione.
Un preludio al corale generalmente include la melodia del corale, a volte rendendola il tema di un piccolo insieme di variazioni, spesso trattando il tema stesso come una sorta di cantus firmus al quale altre linee di contrappunto si aggiungono man mano.
Uno dei primi compositori a scrivere preludi ai corali è stato Dietrich Buxtehude. Anche Bach scrisse molti preludi ai corali, che costituiscono probabilmente i migliori esempi del genere. Compositori più recenti che hanno scritto delle opere utilizzando questa forma comprendono Johannes Brahms e Max Reger.
Canto devozionale:
Il canto devozionale è un particolare tipo di composizione musicale, il cui testo abbia attinenza con tematiche spirituali o religiose, e la cui musicalità esprima un senso di devozione.
Dal momento che questo tipo di canto viene considerato una forma di preghiera, i testi solitamente sono analoghi: si possono ritrovare invocazioni, inni, lodi, dichiarazioni di abbandono o di amore, o semplici ripetizioni di formule sacre.
Esso è considerato da tutte le maggiori religioni mondiali un importante strumento della disciplina spirituale, in grado di connettere mente e cuore e, quindi, di avvicinare l'uomo a Dio.
Lauda:
La Lauda (o più precisamente lauda spirituale) deriva dal latino ‘laus’ (lode) ed è la forma più importante di canzone sacra in volgare in Italia nel tardo medioevo e nell'umanesimo, per tornare popolare nel XIX secolo.
Inizialmente la lauda aveva una forma monofonica ma verso i primi anni del XV secolo divenne polifonica.
Le prime laude furono probabilmente influenzate dalla musica dei trovatori così che è possibile notare similitudini nel ritmo, nella linea melodica e nella notazione.
Molti trovatori lasciarono la loro terra d'origine al seguito della crociata contro gli albigesi nei primi anni del XIII secolo e si stabilirono nel nord Italia dove il loro stile contribuì allo sviluppo dello stile profano italiano.
Una lauda di forma monofonica si diffuse in tutta Europa, nel corso del XIII secolo e del seguente, ed era conosciuta come la musica dei flagellanti; questa forma musicale fu conosciuta anche come Geisslerlieder ed assunse la parlata dialettale del luogo in cui veniva importata.
Tra i maggiori autori italiani medievali di laude, si ricordano Francesco d'Assisi per il Cantico delle creature, Iacopone da Todi e il suo epigono Bianco da Siena.
Oltre che in Francia e in Italia essa si sviluppò in Germania, Polonia, Inghilterra e Scandinavia. Dopo il 1480 il canto delle laude divenne particolarmente popolare a Firenze finché il frate domenicano Girolamo Savonarola non proibì la contaminazione, con ogni altro stile, della musica sacra popolare.
Molti dei mottetti e delle messe di Josquin Des Prez derivano da melodie prese dalle laude che egli ebbe modo di ascoltare durante il suo soggiorno in Italia.
La lauda ebbe una rinascita nel periodo della controriforma, così che uno dei punti fondamentali del concilio di Trento fu quello di migliorare l'intelligibilità dei testi e la semplicità della lauda ne fu il migliore esempio. La più antica raccolta di laude è il Laudario di Cortona, conservato nella Biblioteca Comunale (codice 91).
La lauda persero d'importanza con l'affermarsi dell'oratorio.
Dalla lauda lirica, nata nell'ambito dei movimenti spirituali e pauperistici, ebbe origine la lauda drammatica, nella quale l'autore dava voce direttamente ai suoi personaggi.
I soggetti più ricorrenti erano la passione di Cristo e la sofferenza della Vergine e dei santi.
La lauda drammatica metteva in risalto, più che gli aspetti teologici, l'umanità dei personaggi al fine di commuovere i fedeli ed accenderne la devozione.
Passione (o Passio):
La Passione è un genere vocale strumentale della musica sacra barocca, utilizza coro, solisti e orchestra.
Narra la passione di Cristo, cioè gli avvenimenti inerenti gli ultimi momenti della sua vita: arresto, morte e resurrezione. Tale narrazione, in latino Passio, ha origine nei Vangeli.
Etimologicamente deriva dal verbo latino patior, ‘patire’ = ‘soffrire’. Il più grande compositore di passioni è stato Johann Sebastian Bach (Passione secondo Giovanni, 1724; Passione secondo Matteo, 1727).
In epoca moderna il genere è stato ripreso nel 1966 con la composizione Passio et mors Domini nostri Jesu Christi secundum Lucam del compositore polacco Krzysztof Penderecki.
La Passione, o Orologio della Passione, è anche un canto tradizionale tipico delle Marche e del centro Italia. Suonando di casa in casa nel periodo pasquale, i cantori ripercorrono tutte le fasi della vita di Gesù.
È un canto che dimostra lo stretto rapporto tra musica popolare e musica colta. Si pensa infatti che la Passione affondi le radici dalla ‘Lauda Drammatica’ del 1200 di Jacopone da Todi in quanto testi e musica sono molto simili.
Ultime Sette Parole di Cristo in Croce:
Le Sette parole di Cristo in croce (Septem verba Domini Jesu Christ) sono l'insieme delle parole che Gesù pronunciò sulla croce raccolte in altrettante frasi presenti nei racconti della Passione dei quattro Vangeli.
Esse costituiscono il testo delle composizioni musicali denominati Summa Passionis (contenenti cioè una sintesi dei quattro vangeli).
Tali composizioni non sono riconducibili al genere Passio (monofoniche o polifoniche, in latino o in lingua volgare); infatti il modello che si diffuse maggiormente, in area sia Cattolica che Protestante, sembra essere quello della Passione Longueval, che conteneva tutte le Sette Parole musicate in polifonia.
Queste le Sette Parole:
Pater, remitte illis, quia nesciunt quid faciunt
Padre, perdona loro, poiché non sanno quello che fanno (Lc 23,34)
Amen dico tibi: hodie mecum eris in paradiso
In verità, ti dico, oggi tu sarai con me in paradiso (Lc 23,43)
Mulier, ecce filius tuus. Fili, ecce mater tua
Donna, ecco tuo figlio. Figlio, ecco tua madre (Gv 19,26)
Eli, Eli, lema sabacthani
Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? (Mt 27,46; Mc 15,34)
Sitio
Ho sete (Gv 19,28)
Consummatum est
Tutto è compiuto (Gv 19,30)
Pater, in manus tuas commendo spiritum meum
Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito (Lc 23,46)
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Vi sono inoltre composizioni musicali strettamente legate alla liturgia cristiana;
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Messe (a loro volta con ulteriori specificazioni: Requiem, Missa solemnis, Missa brevis):
La messa è una composizione sacra che comprende un insieme coerente di parti, suscettibile di servire come accompagnamento alla liturgia eucaristica o Celebrazione eucaristica, prevalentemente quella della Chiesa cattolica, ma anche della chiesa anglicana o luterana.
Nel corso dei secoli la messa ha subito numerose modificazioni, legate sia a lavori di riforma della liturgia, sia al cambiamento del gusto artistico e musicale.
Originariamente si trattava prevalentemente di musica corale ed incentrata sulle parti del proprio, come nel canto gregoriano, in seguito si è sviluppata su parti strumentali e sull'ordinario.
I testi cantati sono generalmente in latino.
Le messe possono essere a cappella, per sola voce umana, oppure con l'accompagnamento di uno strumento obbligato fino ad includere un'intera orchestra.
In taluni casi, alcune composizioni musicali, pur utilizzando il formato della Messa, non erano originariamente concepite per essere effettivamente utilizzate durante la celebrazione.
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Messa breve o solenne:
Nel rito cattolico si distingue la Missa brevis, messa ordinaria, risolta con poco dispendio di tempo e organico, dalla Missa solemnis riservata alle più grandi occasioni e, spesso, dalla durata più ampia con grande organico e toni enfatici.
Nella tradizione protestante, la missa brevis è una composizione che comporta un Kyrie ed un Gloria, in opposizione alla missa tota, piuttosto rara giacché di uso cattolico, di cui l'esempio più noto è la Messa in Si minore di Johann Sebastian Bach.
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Te Deum:
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Il Te Deum (estesamente Te Deum laudamus, latino per ‘Noi ti lodiamo Dio’) è un inno cristiano in prosa di origine antica.
Nella Chiesa cattolica il Te Deum è legato alle celebrazioni di ringraziamento; viene tradizionalmente cantato durante alcune solennità,[1] come la sera del 31 dicembre - per ringraziare il Signore dell'anno appena trascorso - oppure nella Cappella Sistina ad avvenuta elezione del nuovo pontefice, prima che si sciolga il conclave, o ancora a conclusione di un Concilio.
Nella Liturgia delle ore secondo i riti romano e ambrosiano, il Te Deum trova il suo posto alla fine dell'Ufficio delle letture, prima della orazione conclusiva, nelle solennità, nelle feste dei santi, in tutte le domeniche tranne quelle di Quaresima (e, per il rito ambrosiano, anche quelle di Avvento), nei giorni fra l'ottava di Natale e quelli fra l'ottava di Pasqua.
È utilizzato anche assieme ai cantici ordinari delle Preghiere del Mattino nel Libro delle preghiere comuni, ed è ancora in uso presso molte Chiese riformate.
Salmo:
Canto liturgico che ha carattere di responsori, cioè si svolge alternatamente tra il solista e i fedeli: salmo cantato in forma responsoriale.
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Bibliografia:
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Enciclopedia della musica, diretta da Jean-Jacques Nattiez, vol. III, Musica e culture, Torino, Einaudi, 2003, pp. 279-501 (Parte terza. Musica e religione);
Girolamo Garofalo (a cura di), Musica e religione, Roma, Squilibri, 2006; Susanna Pasticci, Musica e religione, in Enciclopedia della musica, diretta da Jean-Jacques Nattiez, vol. I, ‘Il Novecento’, Torino, Einaudi, 2001, pp. 420-443;
Introduzione on line al pensiero e alle pratiche della musica, http://www3.unisi.it/ricerca/prog/musica/Index.htm;
Cathopedia, l’enciclopedia cattolica https://it.cathopedia.org/wiki/Musica_sacra;
Tra musica e spiritualità: Latitudini e altre parole https://rosariobocchino.wordpress.com/2017/04/22/tra-musica-e-spiritualita/;