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La musica e il mito

La musica è una presenza costante nelle mitologie di tutto il mondo. Solo nella mitologia greca si contano decine di personaggi legati alla musica, da Apollo alle Muse, dagli ‘inventori’ degli strumenti – Pan l’omonimo flauto, Atena l’aulo, Hermes la lira, ecc. – agli incantatori sonori, come Orfeo o le Sirene.

 

Analoghe figure si ritrovano in altre culture: nella Genesi biblica Yuval (Iubal o Jubal in altre trascrizioni) viene definito «padre di tutti i suonatori di cetra e di flauto», il leggendario imperatore cinese Ku viene considerato creatore di molti strumenti musicali. Si possono individuare alcune tipologie fondamentali delle ricorrenze della musica nel mito, ricorrenze caratteristiche non solo della cultura greca:

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Occorrenza fondamentale nei miti delle origini, sia come parte dell’atto creativo divino che come garante dell’ordine universale (armonia delle sfere).

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Insegnamento, conservazione e trasmissione delle conoscenze musicali dal divino all’umano; il mito rivela i comportamenti musicalmente ammissibili e i divieti da non infrangere.

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Il conflitto: la musica diventa arma nel confronto rituale tra uomini e divinità. L’emblematico mito di Apollo e Marsia ha tanto valore religioso – censurando l’hybris del satiro che vuole farsi pari a un dio – quanto musicale, ribadendo la superiorità degli strumenti a corde di origine divina sui popolari strumenti a fiato.

 

L’incanto: il mito racconta ed esalta il potere ammaliante dell’esperienza musicale, con un messaggio religioso ambivalente.

 

Se figure come le Sirene ribadiscono i limiti da non superare nella ricerca della conoscenza, miti come quello di Orfeo mostrano come la musica possa elevare l’animo umano e rivelare un ordine superiore al di là di ciò che è visibile.

 

Il personaggio del bardo-profeta è peraltro tra i più diffusi nelle mitologie e nelle religioni di tutto il mondo (si pensi anche al re Davide, cui è attribuita l’invenzione dei salmi). La figura che riassume le diverse tipologie di connessione tra musica e mito è quella dell’aedo, personaggio reale che viene anche trasfigurato mitologicamente, si pensi al leggendario Omero ‘inventore’ dei poemi epici o alla sua personificazione letteraria Demodoco, cantore nell’Odissea.

 

Non è un caso che entrambi siano ciechi: è l’udito e quindi la superiore sensibilità musicale a metterli direttamente in contatto con il divino e la dimensione trascendente.

 

Aedi, rapsodi e cantori epici sono figure storiche presenti in numerose culture e la loro funzione sociale di custodi della memoria e dei valori religiosi di cui il mito è intriso sottolinea ulteriormente fino a che punto esperienza musicale e racconto mitico risultino indissolubilmente legati: la parola cantata ha più forza ed è più sacra perché trasfigura e nobilita la lingua comune.

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Bibliografia:

 

Enciclopedia della musica, diretta da Jean-Jacques Nattiez, vol. III, Musica e culture, Torino, Einaudi, 2003, pp. 279-501 (Parte terza. Musica e religione);

 

Girolamo Garofalo (a cura di), Musica e religione, Roma, Squilibri, 2006; Susanna Pasticci, Musica e religione, in Enciclopedia della musica, diretta da Jean-Jacques Nattiez, vol. I, ‘Il Novecento’, Torino, Einaudi, 2001, pp. 420-443;

 

Introduzione on line al pensiero e alle pratiche della musica,

http://www3.unisi.it/ricerca/prog/musica/Index.htm;

 

Cathopedia, l’enciclopedia cattolica https://it.cathopedia.org/wiki/Musica_sacra;

 

Tra musica e spiritualità: Latitudini e altre parole https://rosariobocchino.wordpress.com/2017/04/22/tra-musica-e-spiritualita/;

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